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di C. T. RUSSELL
PITTSBURGH, PA.
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“Badate
a voi stessi, che talora i vostri cuori non siano aggravati . . . . dalle
ansiose sollecitudini di questa vita, e che quel giorno non vi venga addosso all’improvviso
come un laccio”. – Luca 21:34
ROCHESTER, N. Y. UFFICIO DELL’ARALDO DEL MATTINO 1877
IL RITORNO DEL
NOSTRO SIGNORE CAPITOLO 1
L’OBIETTIVO DEL SECONDO AVVENTO
Che il
nostro Signore si proponesse che noi come suoi discepoli capissimo, che per
qualche scopo, in qualche maniera, e in qualche tempo, egli sarebbe ritornato,
è, presumiamo, ammesso e creduto da tutti coloro che hanno familiarità con le
Scritture. Ma l’obiettivo di questa sua venuta è visto da così tante differenti
posizioni, e contemplato in così tanti colori, quanti sono i binocoli; e con
ogni osservatore che onestamente e sinceramente desidera vedere e capire
l’argomento in modo corretto. Non proveremo in queste poche pagine a dire tutto
quello che può essere detto sull’argomento, ma semplicemente offriremo una
descrizione di ciò che noi intendiamo saranno gli eventi e l’ordine in cui
accadranno; e daremo, per quanto lo spazio ci consentirà, l’evidenza
scritturale a sostegno. Nel far ciò, ci sforzeremo di esercitare cortesia
cristiana quando ci riferiremo alle vedute di fratelli che differiscono dalle
nostre.
Lo scrittore crede che per avere una giusta
comprensione di questo argomento, è necessario avere qualche chiaro concetto
del piano di Dio per la salvezza del mondo del genere umano. Se riusciremo a farlo,
incontestabilmente avremo informazioni molto preziose nella considerazione del
nostro argomento; poiché in quel piano, non solo il primo ma anche il secondo
avvento riveste un compito importante. Ecco allora che sorge una domanda
vitale, e cioè:
DIO HA UN PIANO?
Oppure, in
un momento di ozio, diede forma a questo mondo e portò all’esistenza noi, sue
creature, semplicemente per esercitare il suo potere creativo; completamente
incurante e disinteressato di ciò che avrebbe comportato per noi
quell’esistenza? Molti che amano il Signore parlano dal profondo del loro cuore
di lui e delle sue opere come se fosse proprio questo il caso. Pensano alla
caduta di Adamo, a causa di cui “il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo [o
come risultato] del peccato v’è entrata la morte”, come a un’emergenza completamente
inaspettata e inattesa dal Creatore.
Ciò naturalmente
considera la salvezza provveduta tramite il nostro Signore Gesù Cristo come un
pensiero successivo. Dio, essendo stato frustrato da un agente della sua stessa
creazione, - il Diavolo,- ora deve riparare al danno provvedendo un mezzo
tramite cui alcune di queste creature possano essere salvate. Essi considerano
la lotta passata e presente tra il bene e il male, come una corsa tra Dio e il
Diavolo, in cui, alla lunga, il Diavolo ha avuto finora maggiore successo. Loro
comunque sperano e confidano, che prima che finiscano tutte le cose, il numero
dei salvati sarà maggiore di quelli persi: e così Dio, anche senza alcun piano,
vien fuori come un conquistatore.
Ma,
amici cristiani, Colui che ha voluto rimproverare un uomo per aver costruito
una torre senza prima calcolare il costo, edificherà e popolerà un mondo senza
conteggiare il costo? No, davvero; Dio ha, e ha sempre avuto, un piano – un
proposito; e il suo proposito si realizzerà. Egli “opera tutte le cose secondo
il consiglio della propria volontà”.
Non solo
questo è vero, ma Egli ha rivelato il suo piano negli “Scritti sacri, i quali
possono renderti savio” e ci ha dato il suo spirito santo per illuminare la nostra comprensione “affinché conosciamo le cose che ci sono state
donate da Dio” (1 Cor. 2:12). Queste cose, né il mondo né i cristiani con una mente carnale sono in grado di vedere
(v. 14); sono rivelate dallo spirito in risposta a una diligente ricerca. “Figliuol
mio, se ricevi le mie parole e serbi con cura i miei comandamenti, prestando
orecchio alla sapienza e inclinando il cuore all’intelligenza; sì, se chiami il
discernimento e rivolgi la tua voce all’intelligenza, se la cerchi come l’argento
e ti dai a scavarla come un tesoro, Allora intenderai il timor dell’Eterno, e
troverai la conoscenza di Dio”. Quando lo spirito sarà venuto, vi guiderà in
tutta la verità.
Lo
spirito fa questo, come abbiamo visto, per mezzo della Parola, la lampada. Ma
la parola di Dio, la Bibbia, è una rivelazione non intesa semplicemente per un
decennio o per un secolo; ma per le circostanze del suo popolo, in ogni tempo e
in tutte le epoche. Ci è continuamente rivelata qualche nuova, fresca bellezza,
di cui solo qualche attimo prima neanche ci sognavamo. Ciò accade a causa del
continuo svelamento della verità, quando diventa “cibo a suo tempo” per la
“famiglia della fede”; con un’altra illustrazione la stessa parola è comparata
a una “lampada ai nostri piedi”; perché “il sentiero dei giusti è come la luce
che spunta e va sempre più risplendendo, finché sia giorno perfetto”.
Risplendeva in una certa misura ai giorni di Enoch, e da allora ha continuato a
crescere: non che la luce di ieri sia ora tenebre; ma, c’è molta più luce oggi,
con la quale possiamo meglio apprezzare quella di ieri.
Abbiamo, come chiesa, tutta la luce ora?
Certamente no; né l’avremo fino al giorno perfetto. Mentre ricordiamo, allora,
che
“Dio si muove in un modo misterioso
Per adempiere le sue meraviglie”
dovremmo
essere pronti e prestare attenzione al più immediato barlume del prossimo
svelamento della sua rivelazione di sé stesso e del suo piano: ricordando che:
“I suoi propositi maturano rapidi
Schiudendosi ogni ora”
Vedremo ora che possiamo trovare il piano
di Dio rivelato nella sua parola e che mediante quella stessa parola possiamo
farci un’opinione dell’obiettivo del ritorno del nostro Signore.
Deponiamo
un fondamento quindi, e chiediamoci se il piano è rivelato a tal punto che
possiamo pienamente comprenderlo, e vedere la relazione che esiste fra i modi
di agire di Dio nel passato e nel presente, oppure no: Noi crediamo che: Primo;
Dio ha un proposito, o un piano. Secondo; che quel piano è basato sull’amore,
poiché “Dio è amore”. – 1 Giov. 4:8.
Non vogliamo
mettere da parte la giustizia di Dio; piuttosto vogliamo capire se il suo piano
si accorda con la sua personalità – basata sull’Amore – perché Dio “non può
rinnegare se stesso”.
La
chiesa cristiana è pressappoco equamente divisa sulla questione dell’Elezione
contro la Libera Grazia, o Calvinismo contro Arminianesimo; un piccolo numero,
in proporzione, crede all’Universalismo o nella finale salvezza eterna di tutto
il genere umano. Indubbiamente tutti coloro che sono familiari con le Scritture
sanno che ognuna di queste posizioni è sostenuta da molte scritture; eppure,
possono essere tutte vere? Non ci dovrebbe essere qualche collegamento che le armonizzi
e le concili? Certamente questo è il
caso, poiché la Parola di Dio non è si
e no. Prendiamo separatamente in
esame le prime due, Calvinismo e Arminianesimo; la terza, l’Universalismo, è
così recisamente contraddetta da molte dirette scritture, che la lasceremo da
parte. E quello che abbiamo da proporre sulle prime due non è con l’intenzione
di scagliarci contro alcuno dei “tralci della vera vite”; ma espressa con
vigore, per richiamare speciale attenzione agli aspetti più sconvenienti di
quelle dottrine, che i loro più valenti avvocati, concederanno, sono punti deboli.
Il
Calvinismo di fatto dice: Dio è pienamente sapiente; Egli sapeva la fine già
dall’inizio; Egli aveva un piano che consisteva nel salvare alcuni, non per alcun merito in loro, ma per sua
sovrana scelta, così Egli elesse questi alla vita eterna, tutti gli altri alla
morte eterna. Egli poteva agevolmente salvare tutti gli uomini, ma non ha
voluto: Può farlo, ma non desidera che salvare solo alcuni.
L’Arminianesimo
di fatto dice: Dio ama tutte le sue creature; la sua tenera misericordia è
sopra tutte le sue opere. Egli fa quanto il più possibile per salvarli tutti,
ma non ci riesce: solo alcuni, il “piccolo gregge”, riescono a salvarsi. Il
peccato ha colto Dio di sorpresa, entrò nel mondo fin dal principio, e ha
guadagnato un tale vantaggio che solo con l’aiuto dei suoi figli, Dio può
infine uscirne vittorioso, anche che ci volessero epoche.
Come
prima suggerito, tutte queste teorie, sebbene apparentemente agli antipodi,
hanno alcune basi scritturali, e noi crediamo, quando appropriatamente
combinate, essere in armonia l’una con l’altra.
Esamineremo
ora la Bibbia: prima in un quadro scuro, poi in uno più luminoso. Troviamo che
sebbene sia stata data poca luce riguardo alla salvezza dell’uomo e alla sua futura
felicità al primo svelamento del piano, anche quel poco non fu dato al mondo in
generale – alle masse – ma a pochi patriarchi, fra cui Enoch, Noè, Abraamo,
Isacco, e Giacobbe. Questi erano quelli scelti – gli eletti – non solo in mezzo
al mondo, ma anche in mezzo alle loro stesse famiglie, come è scritto: “Ho
amato Giacobbe, ma ho odiato Esaù” [amato di meno]. Solo Isacco di fra tutti i
figli di Abraamo era il figlio della promessa. Di Abraamo è scritto: “Te solo
ho scelto di tutta la casa di tuo padre”.
Alla
morte di Giacobbe, il principio dell’elezione cambia, ma il fatto rimane. Tutti
i figli di Giacobbe sono d’ora in poi riconosciuti come rappresentanti di Dio,
cioè la sua chiesa o popolo. In quel momento, sul suo letto di morte, il
vecchio patriarca benedice ognuno dei suoi figli e dà a Giuda lo scettro –
simbolo di nazionalità – dicendo: “Lo scettro non sarà rimosso da Giuda, né il
bastone del comando di fra i suoi piedi, finché venga Shiloh”. Questo si adempì
alla lettera. Quella tribù rappresentò l’intera nazione fin quando venne
Cristo. A questa nazione Dio diede la Legge, con cui veniva simboleggiato il
Vangelo. Quest’ombra della luce, la Legge, non fu data ad alcun altra nazione o
popolo; era esclusivamente per Israele, poiché leggiamo: “Voi soli ho
conosciuto fra tutte le famiglie della terra”. Definiamo perciò questo periodo
l’età degli Ebrei o età della Legge.
CONTINUA ......
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